Papi, dipendesse da me, a partire da mia figlia avrei fatto venire già un sacco di gente. Ma temo che dipenda dal ministero della funzione pubblica (non so se si chiama ancora così) e a cascata fino ad arrivare al sindaco di Torino.
Lavoro in una Circoscrizione comunale. Ora però permettetemi di spezzare una piccola lancia. Ci sono sicuramente tra noi dei fagnani, ma in gran parte è il sistema che lo ha permesso. Io mi trovo in un ufficio con persone che comunque quando c'è da fare non si fanno desiderare, poi in generale c'è chi magari sta a casa per il minimo bubù e chi invece, per rispetto verso i colleghi, si è presentato spesso con un'influenza incipiente e qualche linea di febbre. Ma come dicevo prima ci sono dei momenti in cui il lavoro latita. Io sono all'ufficio bilancio, impegni e liquidazioni, e vi posso assicurare che fino a qualche anno fa questi momenti erano abbastanza rari e ce li "centellinavamo" in attesa dell'esplosione, a parte il fatto che c'erano maggiori sicurezze ed era possibile prevedere e organizzare il lavoro che si sarebbe fatto in seguito. Ora, con la crisi, è sempre più difficile.
Aggiungiamo che non siamo, chiaramente, ad una catena di montaggio, quindi è possibile, pur lavorando, prendersi i propri spazi. Io ho avuto per molti anni un capo che ci ha insegnato che l'importante era che il lavoro venisse fatto: una volta raggiunto questo risultato non ci contestava formalità come lo stare incollati alla sedia, cosa che invece sembra tanto importante in altre realtà.
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