A me risulta che Paolo lavorava eccome per mantenersi.
Ai tessalonicesi scrisse: “
con fatica e grandi sforzi abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi” (
2 Tess. 3:8).
Pochi versi dopo ribadì il concetto: “
Chi non vuole lavorare neppure mangi” (
3:10), arrivando a condannare pigri e indolenti: "
alcuni fra voi si comportano disordinatamente: non lavorano affatto e si intromettono in quello che non li riguarda. A questi ordiniamo e raccomandiamo nel Signore Gesù Cristo di lavorare quietamente e di mangiare il cibo che si guadagnano." (
3:11, 12).
Paolo svolgeva un mestiere artigianale, come quando fu ospitato dai fratelli Aquila e Priscilla.
Atti 18:2,3:"
Paolo andò da loro e, siccome faceva il loro stesso mestiere, restò a casa loro e si misero a lavorare insieme; di mestiere infatti erano fabbricanti di tende."
Ecco perché successivamente potè dire: "
queste mani hanno provveduto alle necessità mie e di quelli che erano con me" (
At 20:34), invitando altri a "
faticare lavorando con le nostre mani" (
1Co 8:12)
[Modificato da M71 20/04/2024 09:25]