SODDISFITà

Manuela.1985, 27/04/2012 22.01:

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Ciao a tutte,
sono sparita per un po', ma la mia testolina è stata affollata da parecchi pensieri. Oggi ho ritrovato nel librozzo di Dukan un paio di pagine che spero vorrete condividere con me:


"Chiedo ora ai lettori di seguirmi in un territorio sorprendente, fin nelle viscere della vita, là dove si radicano le vostre ragioni di vivere e di sopravvivere. Ci spingeremo apparentemente lontano dal problema del sovrappeso, ma in pratica arriveremo al suo cuore pulsante. Se siete in sovrappeso, sapete probabilmente che non è stata la fame a farvi ingrassare. Oggi sono pochi coloro che hanno realmente fame. Si ingrassa perché si mangia oltre i propri bisogni biologici. La donna che mangia troppo maledicendo il sovrappeso non cerca il suo nutrimento. Mangia perché è spinta da un bisogno che supera la paura di ingrassare. "E' più forte di me" mi dice. Che cosa cerca, allora? Ciò che tenta di fare, maldestramente, e spesso senza saperlo, è di produrre piacere con ciò che ha in mano per compensare ciò che non riesce a trovare in quantità sufficiente nel suo quotidiano. Oppure per neutralizzare una sofferenza o un eccesso di stress che offusca il suo orizzonte. E'quasi sempre così che si ingrassa.
La difficoltà che per dimagrire bisogna percorrere questa strada al contrario. Non significa solo smettere di compensare con l'alimento mancanze diverse da quelle alimentari. […]

Come potrà una donna che ogni giorno ha cercato il piacere mangiando superare il problema seguendo un regime dimagrante? E'questa contraddizione che spiega perché dimagrire è così difficile, e prendere peso così facile.
[…]


Ora, non continuerò a copiare, anche perché ai miei ritmi potrei metterci fino al fatidico 2012…riassumerò velocemente, per quelle che non hanno letto o non ricordano il pezzo del libro di cui parlo.
Dukan riflette sul fatto che sin da quando l'embrione inizia ad avere un "cuore pulsante", ogni vivente lotta per sopravvivere, aumentando quando possibile le occasioni di piacere e diminuendo quelle del dispiacere. Per questo gioca, caccia, si riproduce, mangia.
Ma esiste secondo Dukan un altro nutrimento, "altrettanto vitale […] centro pulsante che alimenta la voglia e il bisogno di vivere". Dukan lo chiama "nutrimento neurologico" e dice che non va confuso con la sensazione di piacere, e chiama questo nutrimento dell'anima "soddisfità".

"E' facile comprendere che di fronte a un quotidiano difficile, non sufficientemente gratificante, assillante, frenetico e stressante, molte persone non riescono a ottenere abbastanza "soddisfità", senza la quale il centro pulsante della vita rallenta e si impoverisce.
[…]

Quindi mangiare, buttare in bocca, ingerire, ingurgitare per nutrirsi e servirsene per avere un appagamento, qualcosa che spesso confondiamo con la sensazione di piacere.

Dopodichè Dukan parla dell'esperimento del topolino, molte di voi lo ricorderanno:
due topini di laboratorio con cibo a disposizione fin che vogliono, mangiano senza diventare super topazi ciccioni. A uno di questi viene applicata una molla alla coda, che lo tormenta. Il topo diventa stressato e in men che meno obeso, perché cerca "soddisfità" nel cibo.

Beh, ragazze, che dire? Un po' tutte siamo topolini con non una ma parecchie molle al culo se non alla coda, in questa vita moderna!

Questo lungo post è perché non mi faccio sentire da un po' ( il mio week end in ritiro shiatsu, forse qualcuna ricorda), e nell'ultima settimana ho cambiato precchie cose.
Innanzitutto partiamo dal mio stage: come previsto, dopo un giorno brava brava, nell'hotel ho pasticciato. Un po' di pasta, qualche dolce…tutti quei sapori mi attraevano e il mio stomaco sembrava una voragine senza fondo. Risultato? Beh, acidità di stomaco a livelli mostruosi, mal di pancia, finchè al secondo giorno dopo una notte in acido totale ho vomitato tanto tanto. Non so come interpretarla, ma credo come il fatto che il mio corpo ha riconosciuto che non avevo bisogno di tutti quei cibi diversi e conditi, dopo un mese di Dukan in cui mangio grandi quantità di carne e latticini, ma sempre cotti semplicemente e conditi molto molto moderatamente. Allora ho pensato "ma perché avrò mangiato così tanto, pur nell'ottica di uno sgarro consapevole e scelto per occasione conviviale?cosi tanto da costringere il mio corpo a liberarsi di quel peso con dei conati??"

Beh, ragazze….quella notte della mega vomitata ho fatto una passeggia nel parco dell'hotel. Era splendido, profumato di primavera e fresco. Ho anche conosciuto un gatto grigio piuttosto vecchiotto e malandato, ma con due grandi occhi d'oro, che mi ha accompagnata e ha preso tutte le mie carezze e le mie confidenze.
Mi sono sentita sola, ecco tutto. Sola e un po' impaurita, ansiosa per questo corso di shiatsu che è dannatamente appassionante ma difficile, e a cui tengo tantissimo. Ansiosa per la mia laurea specialistica, che da studentessa-lavoratrice squattrinata è a volte pesante. Ansiosa per questo corpo che a volte amo e a volte vorrei più snello e aggraziato, e invece mi ritrovo che se metto una gonna sembro una contadinella a cui manca solo un fazzoletto a quadretti rossi in testa, un cestone di mele al braccio e una capretta a fianco.

Nel parco ho visto una fontana immersa tra l'edera e il muschio, che aveva al centro statua di un delfino cavalcato da una ninfa nuda. Forse sarà stato che ero alla luce della luna, forse che ero stanca, ma mi è sembrata spaventosa, come se il delfino fosse una murena e stesse stritolando il corpo della ninfa.
Poi mi sono avvicinata meglio e ho notato che la ninfa ed il delfino giocavano,una scena vagamente mitologica, forse addirittura un po' sensuale, ma di certo non aveva nulla di quel senso di oppressione che ho sentito io al primo colpo d'occhio.

Insomma, le mie riflessioni notturne nel parco si sono risolte con quattro attori: io, l gatto, la ninfa ed il delfino. Tre amici molto silenziosi, se non per il gli gli stanco della fontana e qualche miagolio pigro del micio.

Ma quella sera mi sono chiesta perché una scena così bella mi dava voglia di piangere…perché a volte cambiare è difficile. Perché la mia fame di non so cosa mi aveva spinta a mangiare cibi surgelati e conditi al buffet dell'albergo, senza sentirmi sazia.
Beh, mi sono risposta.

Il giorno dopo, ripasseggiando nel parco poco dopo l'alba, ho rivisto la ninfa e il delfino, con la loro pelle di pietra coperta di muschio e lo zampillo d'acqua lucente nel sole.
Mi sono detta che cambiare fuori se non si accetta di cambiare dentro è difficile.



Sto cercando con piccole cose di incrementare quella "soddisfità" di cui Dukan parla così chiaramente da essere quasi un amico. Non credevo che in un libro di diete, un best seller su cui chiunque ha buttato un occhio all'autogrill, potessero esserci cose così profonde e vere.
Più che proteine, liste di alimenti, crociere, attacchi e stagnazioni,credo sia questa la vera parte-cuore del libro. Non credo ai guru dei tempi moderni, non credo alle grandi verità rivelate. Ognuno ha la propria, ognuno ha la sua storia, ma...queste righe secondo me colpiscono nel segno.

Cerco la mia soddisfità in tante cose, da pochi giorni, ma già va molto meglio:
ho lasciato il mio fidanzato bellissimo e bravissimo, ma per il quale il mio cuore non batteva come fanno i cuori delle farfalle quando vedono il mondo uscite dalla crisalide ( forse qualcuno ricorderà un mio vecchio post sul fare l'amore…), ho accettato senza paura un impegno di lavoro davvero ambizioso in collaborazione con alcune delle mie compagne più brillanti, ho fatto visita ad amici che non vedevo da tempo fermandomi a parlare e ascoltare, ho dipinto una danzatrice sulla parete di amici che da tempo me lo chiedevano e mi sono fermata ad ammirare il movimento e l'espressività che avevo messo in quelle pennellate. Ho perso minuti del mio prezioso tempo di persona impegnata ad ammirare due tortorelle mangiare briciole sul mio davanzale.HO fatto lunghe passeggiate nei vicoli della mia città, Genova, fermandomi a sognare, a parlare con i vecchietti, a guardare le finestre e fantasticare appena sentivo musica uscire e svolazzare nell'aria. Ho buttato nel cassonetto caritas i vestiti che non metterò più. Ho comprato una piantina di timo che mi ricorda mia madre, che da qualche anno non c'è più, e aveva sempre il timo sulle finestre, ad annunciare che la primavera era inoltrata. Ho pianto guardando la bellezza del faro acceso sul mare, e le luci della città nel rosa della sera.
Ho messo nel mio letto lenzuola rosse che tenevo per le occasioni un po' speciali, ma le userò più spesso, d'ora in poi, per dormire da sola.

Questo post fa parte della mia "soddisfità" di oggi.
Parlare con persone mai viste, ma di cui leggo le gioie e le paure con il cuore e la mente aperti, e sincero interesse.

Un abbraccio caro a tutte voi, un augurio di tanta soddisfità.

Manu

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Manuela.1985, 27/04/2012 22.01:

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Ciao a tutte,
sono sparita per un po', ma la mia testolina è stata affollata da parecchi pensieri. Oggi ho ritrovato nel librozzo di Dukan un paio di pagine che spero vorrete condividere con me:


"Chiedo ora ai lettori di seguirmi in un territorio sorprendente, fin nelle viscere della vita, là dove si radicano le vostre ragioni di vivere e di sopravvivere. Ci spingeremo apparentemente lontano dal problema del sovrappeso, ma in pratica arriveremo al suo cuore pulsante. Se siete in sovrappeso, sapete probabilmente che non è stata la fame a farvi ingrassare. Oggi sono pochi coloro che hanno realmente fame. Si ingrassa perché si mangia oltre i propri bisogni biologici. La donna che mangia troppo maledicendo il sovrappeso non cerca il suo nutrimento. Mangia perché è spinta da un bisogno che supera la paura di ingrassare. "E' più forte di me" mi dice. Che cosa cerca, allora? Ciò che tenta di fare, maldestramente, e spesso senza saperlo, è di produrre piacere con ciò che ha in mano per compensare ciò che non riesce a trovare in quantità sufficiente nel suo quotidiano. Oppure per neutralizzare una sofferenza o un eccesso di stress che offusca il suo orizzonte. E'quasi sempre così che si ingrassa.
La difficoltà che per dimagrire bisogna percorrere questa strada al contrario. Non significa solo smettere di compensare con l'alimento mancanze diverse da quelle alimentari. […]

Come potrà una donna che ogni giorno ha cercato il piacere mangiando superare il problema seguendo un regime dimagrante? E'questa contraddizione che spiega perché dimagrire è così difficile, e prendere peso così facile.
[…]


Ora, non continuerò a copiare, anche perché ai miei ritmi potrei metterci fino al fatidico 2012…riassumerò velocemente, per quelle che non hanno letto o non ricordano il pezzo del libro di cui parlo.
Dukan riflette sul fatto che sin da quando l'embrione inizia ad avere un "cuore pulsante", ogni vivente lotta per sopravvivere, aumentando quando possibile le occasioni di piacere e diminuendo quelle del dispiacere. Per questo gioca, caccia, si riproduce, mangia.
Ma esiste secondo Dukan un altro nutrimento, "altrettanto vitale […] centro pulsante che alimenta la voglia e il bisogno di vivere". Dukan lo chiama "nutrimento neurologico" e dice che non va confuso con la sensazione di piacere, e chiama questo nutrimento dell'anima "soddisfità".

"E' facile comprendere che di fronte a un quotidiano difficile, non sufficientemente gratificante, assillante, frenetico e stressante, molte persone non riescono a ottenere abbastanza "soddisfità", senza la quale il centro pulsante della vita rallenta e si impoverisce.
[…]

Quindi mangiare, buttare in bocca, ingerire, ingurgitare per nutrirsi e servirsene per avere un appagamento, qualcosa che spesso confondiamo con la sensazione di piacere.

Dopodichè Dukan parla dell'esperimento del topolino, molte di voi lo ricorderanno:
due topini di laboratorio con cibo a disposizione fin che vogliono, mangiano senza diventare super topazi ciccioni. A uno di questi viene applicata una molla alla coda, che lo tormenta. Il topo diventa stressato e in men che meno obeso, perché cerca "soddisfità" nel cibo.

Beh, ragazze, che dire? Un po' tutte siamo topolini con non una ma parecchie molle al culo se non alla coda, in questa vita moderna!

Questo lungo post è perché non mi faccio sentire da un po' ( il mio week end in ritiro shiatsu, forse qualcuna ricorda), e nell'ultima settimana ho cambiato precchie cose.
Innanzitutto partiamo dal mio stage: come previsto, dopo un giorno brava brava, nell'hotel ho pasticciato. Un po' di pasta, qualche dolce…tutti quei sapori mi attraevano e il mio stomaco sembrava una voragine senza fondo. Risultato? Beh, acidità di stomaco a livelli mostruosi, mal di pancia, finchè al secondo giorno dopo una notte in acido totale ho vomitato tanto tanto. Non so come interpretarla, ma credo come il fatto che il mio corpo ha riconosciuto che non avevo bisogno di tutti quei cibi diversi e conditi, dopo un mese di Dukan in cui mangio grandi quantità di carne e latticini, ma sempre cotti semplicemente e conditi molto molto moderatamente. Allora ho pensato "ma perché avrò mangiato così tanto, pur nell'ottica di uno sgarro consapevole e scelto per occasione conviviale?cosi tanto da costringere il mio corpo a liberarsi di quel peso con dei conati??"

Beh, ragazze….quella notte della mega vomitata ho fatto una passeggia nel parco dell'hotel. Era splendido, profumato di primavera e fresco. Ho anche conosciuto un gatto grigio piuttosto vecchiotto e malandato, ma con due grandi occhi d'oro, che mi ha accompagnata e ha preso tutte le mie carezze e le mie confidenze.
Mi sono sentita sola, ecco tutto. Sola e un po' impaurita, ansiosa per questo corso di shiatsu che è dannatamente appassionante ma difficile, e a cui tengo tantissimo. Ansiosa per la mia laurea specialistica, che da studentessa-lavoratrice squattrinata è a volte pesante. Ansiosa per questo corpo che a volte amo e a volte vorrei più snello e aggraziato, e invece mi ritrovo che se metto una gonna sembro una contadinella a cui manca solo un fazzoletto a quadretti rossi in testa, un cestone di mele al braccio e una capretta a fianco.

Nel parco ho visto una fontana immersa tra l'edera e il muschio, che aveva al centro statua di un delfino cavalcato da una ninfa nuda. Forse sarà stato che ero alla luce della luna, forse che ero stanca, ma mi è sembrata spaventosa, come se il delfino fosse una murena e stesse stritolando il corpo della ninfa.
Poi mi sono avvicinata meglio e ho notato che la ninfa ed il delfino giocavano,una scena vagamente mitologica, forse addirittura un po' sensuale, ma di certo non aveva nulla di quel senso di oppressione che ho sentito io al primo colpo d'occhio.

Insomma, le mie riflessioni notturne nel parco si sono risolte con quattro attori: io, l gatto, la ninfa ed il delfino. Tre amici molto silenziosi, se non per il gli gli stanco della fontana e qualche miagolio pigro del micio.

Ma quella sera mi sono chiesta perché una scena così bella mi dava voglia di piangere…perché a volte cambiare è difficile. Perché la mia fame di non so cosa mi aveva spinta a mangiare cibi surgelati e conditi al buffet dell'albergo, senza sentirmi sazia.
Beh, mi sono risposta.

Il giorno dopo, ripasseggiando nel parco poco dopo l'alba, ho rivisto la ninfa e il delfino, con la loro pelle di pietra coperta di muschio e lo zampillo d'acqua lucente nel sole.
Mi sono detta che cambiare fuori se non si accetta di cambiare dentro è difficile.



Sto cercando con piccole cose di incrementare quella "soddisfità" di cui Dukan parla così chiaramente da essere quasi un amico. Non credevo che in un libro di diete, un best seller su cui chiunque ha buttato un occhio all'autogrill, potessero esserci cose così profonde e vere.
Più che proteine, liste di alimenti, crociere, attacchi e stagnazioni,credo sia questa la vera parte-cuore del libro. Non credo ai guru dei tempi moderni, non credo alle grandi verità rivelate. Ognuno ha la propria, ognuno ha la sua storia, ma...queste righe secondo me colpiscono nel segno.

Cerco la mia soddisfità in tante cose, da pochi giorni, ma già va molto meglio:
ho lasciato il mio fidanzato bellissimo e bravissimo, ma per il quale il mio cuore non batteva come fanno i cuori delle farfalle quando vedono il mondo uscite dalla crisalide ( forse qualcuno ricorderà un mio vecchio post sul fare l'amore…), ho accettato senza paura un impegno di lavoro davvero ambizioso in collaborazione con alcune delle mie compagne più brillanti, ho fatto visita ad amici che non vedevo da tempo fermandomi a parlare e ascoltare, ho dipinto una danzatrice sulla parete di amici che da tempo me lo chiedevano e mi sono fermata ad ammirare il movimento e l'espressività che avevo messo in quelle pennellate. Ho perso minuti del mio prezioso tempo di persona impegnata ad ammirare due tortorelle mangiare briciole sul mio davanzale.HO fatto lunghe passeggiate nei vicoli della mia città, Genova, fermandomi a sognare, a parlare con i vecchietti, a guardare le finestre e fantasticare appena sentivo musica uscire e svolazzare nell'aria. Ho buttato nel cassonetto caritas i vestiti che non metterò più. Ho comprato una piantina di timo che mi ricorda mia madre, che da qualche anno non c'è più, e aveva sempre il timo sulle finestre, ad annunciare che la primavera era inoltrata. Ho pianto guardando la bellezza del faro acceso sul mare, e le luci della città nel rosa della sera.
Ho messo nel mio letto lenzuola rosse che tenevo per le occasioni un po' speciali, ma le userò più spesso, d'ora in poi, per dormire da sola.

Questo post fa parte della mia "soddisfità" di oggi.
Parlare con persone mai viste, ma di cui leggo le gioie e le paure con il cuore e la mente aperti, e sincero interesse.

Un abbraccio caro a tutte voi, un augurio di tanta soddisfità.

Manu

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Manuela.1985, 27/04/2012 22.01:

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Ciao a tutte,
sono sparita per un po', ma la mia testolina è stata affollata da parecchi pensieri. Oggi ho ritrovato nel librozzo di Dukan un paio di pagine che spero vorrete condividere con me:


"Chiedo ora ai lettori di seguirmi in un territorio sorprendente, fin nelle viscere della vita, là dove si radicano le vostre ragioni di vivere e di sopravvivere. Ci spingeremo apparentemente lontano dal problema del sovrappeso, ma in pratica arriveremo al suo cuore pulsante. Se siete in sovrappeso, sapete probabilmente che non è stata la fame a farvi ingrassare. Oggi sono pochi coloro che hanno realmente fame. Si ingrassa perché si mangia oltre i propri bisogni biologici. La donna che mangia troppo maledicendo il sovrappeso non cerca il suo nutrimento. Mangia perché è spinta da un bisogno che supera la paura di ingrassare. "E' più forte di me" mi dice. Che cosa cerca, allora? Ciò che tenta di fare, maldestramente, e spesso senza saperlo, è di produrre piacere con ciò che ha in mano per compensare ciò che non riesce a trovare in quantità sufficiente nel suo quotidiano. Oppure per neutralizzare una sofferenza o un eccesso di stress che offusca il suo orizzonte. E'quasi sempre così che si ingrassa.
La difficoltà che per dimagrire bisogna percorrere questa strada al contrario. Non significa solo smettere di compensare con l'alimento mancanze diverse da quelle alimentari. […]

Come potrà una donna che ogni giorno ha cercato il piacere mangiando superare il problema seguendo un regime dimagrante? E'questa contraddizione che spiega perché dimagrire è così difficile, e prendere peso così facile.
[…]


Ora, non continuerò a copiare, anche perché ai miei ritmi potrei metterci fino al fatidico 2012…riassumerò velocemente, per quelle che non hanno letto o non ricordano il pezzo del libro di cui parlo.
Dukan riflette sul fatto che sin da quando l'embrione inizia ad avere un "cuore pulsante", ogni vivente lotta per sopravvivere, aumentando quando possibile le occasioni di piacere e diminuendo quelle del dispiacere. Per questo gioca, caccia, si riproduce, mangia.
Ma esiste secondo Dukan un altro nutrimento, "altrettanto vitale […] centro pulsante che alimenta la voglia e il bisogno di vivere". Dukan lo chiama "nutrimento neurologico" e dice che non va confuso con la sensazione di piacere, e chiama questo nutrimento dell'anima "soddisfità".

"E' facile comprendere che di fronte a un quotidiano difficile, non sufficientemente gratificante, assillante, frenetico e stressante, molte persone non riescono a ottenere abbastanza "soddisfità", senza la quale il centro pulsante della vita rallenta e si impoverisce.
[…]

Quindi mangiare, buttare in bocca, ingerire, ingurgitare per nutrirsi e servirsene per avere un appagamento, qualcosa che spesso confondiamo con la sensazione di piacere.

Dopodichè Dukan parla dell'esperimento del topolino, molte di voi lo ricorderanno:
due topini di laboratorio con cibo a disposizione fin che vogliono, mangiano senza diventare super topazi ciccioni. A uno di questi viene applicata una molla alla coda, che lo tormenta. Il topo diventa stressato e in men che meno obeso, perché cerca "soddisfità" nel cibo.

Beh, ragazze, che dire? Un po' tutte siamo topolini con non una ma parecchie molle al culo se non alla coda, in questa vita moderna!

Questo lungo post è perché non mi faccio sentire da un po' ( il mio week end in ritiro shiatsu, forse qualcuna ricorda), e nell'ultima settimana ho cambiato precchie cose.
Innanzitutto partiamo dal mio stage: come previsto, dopo un giorno brava brava, nell'hotel ho pasticciato. Un po' di pasta, qualche dolce…tutti quei sapori mi attraevano e il mio stomaco sembrava una voragine senza fondo. Risultato? Beh, acidità di stomaco a livelli mostruosi, mal di pancia, finchè al secondo giorno dopo una notte in acido totale ho vomitato tanto tanto. Non so come interpretarla, ma credo come il fatto che il mio corpo ha riconosciuto che non avevo bisogno di tutti quei cibi diversi e conditi, dopo un mese di Dukan in cui mangio grandi quantità di carne e latticini, ma sempre cotti semplicemente e conditi molto molto moderatamente. Allora ho pensato "ma perché avrò mangiato così tanto, pur nell'ottica di uno sgarro consapevole e scelto per occasione conviviale?cosi tanto da costringere il mio corpo a liberarsi di quel peso con dei conati??"

Beh, ragazze….quella notte della mega vomitata ho fatto una passeggia nel parco dell'hotel. Era splendido, profumato di primavera e fresco. Ho anche conosciuto un gatto grigio piuttosto vecchiotto e malandato, ma con due grandi occhi d'oro, che mi ha accompagnata e ha preso tutte le mie carezze e le mie confidenze.
Mi sono sentita sola, ecco tutto. Sola e un po' impaurita, ansiosa per questo corso di shiatsu che è dannatamente appassionante ma difficile, e a cui tengo tantissimo. Ansiosa per la mia laurea specialistica, che da studentessa-lavoratrice squattrinata è a volte pesante. Ansiosa per questo corpo che a volte amo e a volte vorrei più snello e aggraziato, e invece mi ritrovo che se metto una gonna sembro una contadinella a cui manca solo un fazzoletto a quadretti rossi in testa, un cestone di mele al braccio e una capretta a fianco.

Nel parco ho visto una fontana immersa tra l'edera e il muschio, che aveva al centro statua di un delfino cavalcato da una ninfa nuda. Forse sarà stato che ero alla luce della luna, forse che ero stanca, ma mi è sembrata spaventosa, come se il delfino fosse una murena e stesse stritolando il corpo della ninfa.
Poi mi sono avvicinata meglio e ho notato che la ninfa ed il delfino giocavano,una scena vagamente mitologica, forse addirittura un po' sensuale, ma di certo non aveva nulla di quel senso di oppressione che ho sentito io al primo colpo d'occhio.

Insomma, le mie riflessioni notturne nel parco si sono risolte con quattro attori: io, l gatto, la ninfa ed il delfino. Tre amici molto silenziosi, se non per il gli gli stanco della fontana e qualche miagolio pigro del micio.

Ma quella sera mi sono chiesta perché una scena così bella mi dava voglia di piangere…perché a volte cambiare è difficile. Perché la mia fame di non so cosa mi aveva spinta a mangiare cibi surgelati e conditi al buffet dell'albergo, senza sentirmi sazia.
Beh, mi sono risposta.

Il giorno dopo, ripasseggiando nel parco poco dopo l'alba, ho rivisto la ninfa e il delfino, con la loro pelle di pietra coperta di muschio e lo zampillo d'acqua lucente nel sole.
Mi sono detta che cambiare fuori se non si accetta di cambiare dentro è difficile.



Sto cercando con piccole cose di incrementare quella "soddisfità" di cui Dukan parla così chiaramente da essere quasi un amico. Non credevo che in un libro di diete, un best seller su cui chiunque ha buttato un occhio all'autogrill, potessero esserci cose così profonde e vere.
Più che proteine, liste di alimenti, crociere, attacchi e stagnazioni,credo sia questa la vera parte-cuore del libro. Non credo ai guru dei tempi moderni, non credo alle grandi verità rivelate. Ognuno ha la propria, ognuno ha la sua storia, ma...queste righe secondo me colpiscono nel segno.

Cerco la mia soddisfità in tante cose, da pochi giorni, ma già va molto meglio:
ho lasciato il mio fidanzato bellissimo e bravissimo, ma per il quale il mio cuore non batteva come fanno i cuori delle farfalle quando vedono il mondo uscite dalla crisalide ( forse qualcuno ricorderà un mio vecchio post sul fare l'amore…), ho accettato senza paura un impegno di lavoro davvero ambizioso in collaborazione con alcune delle mie compagne più brillanti, ho fatto visita ad amici che non vedevo da tempo fermandomi a parlare e ascoltare, ho dipinto una danzatrice sulla parete di amici che da tempo me lo chiedevano e mi sono fermata ad ammirare il movimento e l'espressività che avevo messo in quelle pennellate. Ho perso minuti del mio prezioso tempo di persona impegnata ad ammirare due tortorelle mangiare briciole sul mio davanzale.HO fatto lunghe passeggiate nei vicoli della mia città, Genova, fermandomi a sognare, a parlare con i vecchietti, a guardare le finestre e fantasticare appena sentivo musica uscire e svolazzare nell'aria. Ho buttato nel cassonetto caritas i vestiti che non metterò più. Ho comprato una piantina di timo che mi ricorda mia madre, che da qualche anno non c'è più, e aveva sempre il timo sulle finestre, ad annunciare che la primavera era inoltrata. Ho pianto guardando la bellezza del faro acceso sul mare, e le luci della città nel rosa della sera.
Ho messo nel mio letto lenzuola rosse che tenevo per le occasioni un po' speciali, ma le userò più spesso, d'ora in poi, per dormire da sola.

Questo post fa parte della mia "soddisfità" di oggi.
Parlare con persone mai viste, ma di cui leggo le gioie e le paure con il cuore e la mente aperti, e sincero interesse.

Un abbraccio caro a tutte voi, un augurio di tanta soddisfità.

Manu

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Manuela.1985, 27/04/2012 22.21:

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Beh, sai, Amorilli...io sono la tipica persona sempre presa bene, che aiuta tutti, che si fa in quattro, benvoluta da tutti, quella che non è mai stanca, che sta a tutte le botte, che si alza sempre presto e va a nanna tardi...una secchiona a scuola, una donnina di casa, la figlia modello in famiglia,l'amica cuic chiedere consiglio, quella sempre positiva e sorridente, pronta a ballare, cantare, schitarrare, magnare ( ehm, prima), fare le piccole follie.... Pensa che di lavoro faccio l'animatrice, e a volte pure il clown!!

E come tutti i clown, sono una personcina che ama le poesie, le cose malinconiche e la grazia di quello che dura poco, ma mentre dura splende, come i fiori e le farfalle.

:-D Dietro ogni allegrone burlone c'è un clown malinconico, ma lo si vede solo nei momenti in cui si apre un po' il cuore...poi torna il sorriso, e a volte ci si diverte davvero.

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Manuela.1985, 28/04/2012 22.32:

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OOOhhh...grazie a tutte...che bello che i miei monologhi notturni in compagnia di gatti e fontanelle siano stati ascoltati e condivisi, commentati con tanta...passione femminile!!
Grazie a tutte, una per una... e soprattutto a Lachatte, che di istinto femminile ne deve avere parecchio se cita uno dei libri che più mi hanno fatta pensare e riflettere in vita mia. Avevo pure partecipato ad un concorso letterario cn una recensione de "I sommersi e i salvati", avevo vinto il primo premio che è stato un viaggio in Polonia, una terra piena di tristi memorie, ma anche di fascino...
vabbè, divago, come sempre.
grazie ancora,
bacini.

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